VIDEO GAME HISTORY - DOOM
Nel 1993 Id Software pubblica per PC, quello che sarà il padre del genere degli sparatutto in prima persona, insieme al precedente Wolfenstein 3d. Stiamo parlando di DOOM, un titolo che resterà nella storia non soltanto per il suo sistema di gioco innovativo, ma anche per l'elevato livello di violenza di cui è caratterizzato. Grazie alla (meritata) popolarità che questo titolo conquistò nel giro di pochi giorni, il gioco fu convertito e commercializzato per numerose piattaforme, tra cui, in primis, il 3do di Panasonic.
La semplicità del sistema di gioco è stata la chiave del successo di DOOM: il compito del giocatore era quello di guidare il personaggio in soggettiva, attraverso una serie di stages modulari, liberandosi dei mostruosi avversari a suon di proiettili. Come arma primaria, presente a inizio gioco, il protagonista poteva contare su una pistola semi-automatica e alle strette, sui propri pugni. Il menu permetteva inoltre di consultare la mappa di gioco in tempo reale, aiutando il giocatore ad ambientarsi nei vari schemi labirinto. In DOOM era possibile raccogliere oggetti (tra cui quelli curativi), armature, armi e proiettili, nonostante non sia presente un vero e proprio archivio per quest'ultimi. Il display di gioco semplicissimo, organizzato in una barra, mostrava, oltre alla salute del personaggio lo status dell'armatura in punti percentuali, oltre alle preziose munizioni rimaste. Degno di nota, il volto del personaggio animato presente sulla barra di gioco, soggetto a sanguinamenti e deformazioni in caso di danni subiti, un sistema adottato in seguito da molti altri titoli futuri.
Un titolo che ha fatto scuola.
Non vi sono dubbi sul fatto che DOOM abbia creato un genere, non a caso, per anni abbiamo definito gli sparatutto in soggettiva con il gergo: "alla DOOM". Oltre al gameplay di cui abbiamo parlato, che coinvolge il giocatore nell'immediato, l'omonimo titolo poteva contare su un'aspetto grafico tridimensionale, che permetteva di esplorare le cupe ambientazioni di gioco a 360°.
DOOM parla molte "lingue" ...
... o ha molte vesti diverse. Il gioco è stato pubblicato e ripubblicato su una serie molto ampia di piattaforme, nonostante il motore grafico 3d rendesse alcune conversioni piuttosto complesse, tra cui quella del Super Nintendo. Lo potete giocare praticamente ovunque dall'era dei 16 bit in poi. Di DOOM, esiste addirittura una versione per lo sfortunato Jaguar di ATARI. A mio parere, considerando le potenzialità delle piattaforme dell'epoca, la migliore alternativa al PC per giocare DOOM era senz'altro il 32 bit Panasonic, quest'ultima, caratterizzata da inquietanti sequenze video live.
DOOM o Wolfenstein?
Rispetto al suo "gemello" Wolfenstein 3d, DOOM presenterà un motore grafico più evoluto, l'azione si svolgerà su distinti piani di gioco, oltre ad un'aspetto grafico più curato, in termini strutturali e per quanto riguarda il dettaglio delle texture (Wolfenstein era piuttosto spoglio, da questo punto di vista). DOOM rappresenta dunque la concretizzazione di un'idea che ha reso famoso un genere.
Mattia.
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