SEGA DREAMCAST - La macchina delle meraviglie


Oggi mi sento nostalgico, terribilmente e maledettamente nostalgico. Per questo motivo, mi chiedo come non cogliere occasione migliore per parlarvi della mia macchina del divertimento preferita in assoluto, ovvero l'ultimo capolavoro di mamma SEGA. Specifico che con "ultimo capolavoro", mi riferisco esclusivamente al mercato degli hardware, di cui SEGA Dreamcast ha segnato il definitivo abbandono da parte dell'omonima Società. In questo mio post parlerò molto col cuore e ben poco con la ragione e sapete il perché?  Semplice: l'oggetto straordinario di questa discussione non è soltanto un assemblaggio di componenti elettroniche con relative specifiche tecniche annesse, è molto e dico molto di più. E' una pietra miliare del mondo delle console, qualcosa che si è fatta attendere tra miti, ipotesi e leggende, qualcosa che ha stimolato per mesi la nostra immaginazione.

Un mito annunciato.
Iniziamo la nostra storia dal principio, quando il 27 settembre del 1998, SEGA Dreamcast fu distribuita in Giappone ... anzi no! Molto prima a dire il vero, quando sulle riviste specializzate iniziò a far capolino la spirale rossa, icona dell'allora nuova console SEGA, pesantemente criticata a torto dal mensile tematico "Consolemania". Nonostante la presenza di un avversario nuovo ma terribilmente commerciale, SEGA Saturn si fece amare da tutti gli appassionati per le caratteristiche rivoluzionarie che aveva al tempo introdotto sul mercato, questo fattore alimentò le aspettative di tutti i giocatori, quando il medesimo produttore annunciò la produzione di una nuova macchina a 128 bit. Premetto che è complesso spiegare ai giocatori next gen le aspettative e l'attesa generata da questa piattaforma iconica. Storicamente, SEGA perennemente in rosso, ripose ogni sua "lacrima di sangue" rimasta in questo geniale capolavoro, nella speranza di dar vita a un qualcosa di cosi straordinario in grado di cambiare la sorti (oramai segnate) dell'azienda. Purtroppo, dei due suddetti obbiettivi, soltanto uno fu infine raggiunto.

Non ho mai visto niente del genere!
... è quello che hanno esclamato tutti coloro che all'epoca videro per la prima volta un SEGA Dreamcast in azione. Un salto generazionale paragonabile a quello tre i 16 e i 32 bit. Al tempo, non si era ancora del tutto placato lo stupore generato della grafica tridimensionale di Saturn e PSX, immaginate cosa avrebbe provocato una macchina che passa radicalmente da un assemblaggio di poligoni mappati ad un modello 3d definito ... pazzesco! Qualsiasi patito di giochi ARCADE non avrebbe scommesso un centesimo sulla possibilità di avere una Model-3 in salotto. Eppure, poco dopo l'uscita di questo prodigio tecnologico, ti potevi portare a casa Virtua Fighter 3, identico alla versione da sala, digitalizzato in un praticissimo CD-ROM ... o meglio GD-ROM. Una meraviglia teoricamente più avanzata di una Model 3, in un quadrato di 20 cm di lato.

Innovazioni tecnologiche e proiezioni del futuro.
Il Dreamcast era una console innovativa oltre che potente. Con questo mix di idee e sviluppo tecnologico ha anticipato strategie diametralmente opposte osservate di recente, dalle console hardcore di Microsoft e Sony ad alto potenziale, a quelle che puntano tutto sull'originalità di Nintendo. Qui di seguito esporrò tutte le motivazioni che mi hanno portato a congetturare questo pensiero.
1. Modem 56k integrato ; 2. Visual Memory; 3. Unità di memoria GD-ROM.

Oltre all'hardware invidiabile le cui specifiche sono note su ogni sito web e sulle quali non mi voglio divulgare, SEGA Dreamcast ha introdotto a mio avviso tre innovazioni particolarmente importanti. La prima è la presenza di un modem che permetteva alla console di connettersi on-line, gettando le basi del multiplayer sulle console home. Phantasy Star Online rappresenta un importantissimo banco di prova a riguardo, che ha introdotto la modalità multiplayer con tutta la "scomodità" di un 56k. Segue a ruota la mitica Visual Memory, una vera e propria mini console ideata per ospitare i salvataggi, dotata di un monitor a cristalli liquidi, croce direzionale e pulsantiera, che si fonde alla perfezione con il joypad del Dreamcast. Suddetta Visual Memory rappresenta una scelta molto originale e fuori dai canoni dell'epoca. Tornando in tema di innovazione, direi di non sottovalutare il supporto di memoria dedicato, ossia il GD-ROM, che per mezzo della scrittura a doppio strato permetteva di ospitare oltre 1GB di dati, contro i 700MB dei CD-ROM tradizionali.

Sia oggi, che ieri, sempre lo stesso sogno!
Si tratta ovviamente di una mia personalissima conclusione, che siate d'accordo o meno con quanto scritto, SEGA Dreamcast rimane la mia console preferita di sempre. Ancora oggi non posso far a meno di rigiocare i suoi grandi capolavori con la stessa soddisfazione di un tempo. Quando premo quel pulsante triangolare e il lettore CD inizia a frullare a tutta velocità, il mio cuore si riempie di gioia. Per molti quel sogno sarà anche finito male, specialmente per SEGA che a differenza dei rivali, era capace soltanto di produrre idee, giochi e console, nient'altro: nessuna strategia di mercato particolarmente elaborata, nessun compromesso, nessun investimento vantaggioso ... per SEGA esistevano console e giocatori, nient'altro. Per altri, come me del resto, quel sogno vive ancora ...

Mattia.

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